La nascita di un bambino è sempre un evento bellissimo dove la felicità regna sovrana. È difficile, dunque, pensare che in un contesto così lieto si possano insinuare turbamenti o tristezze più o meno gravi.
Eppure non solo succede ma colpisce anche una delle due persone maggiormente coinvolte in questo magnifico evento: la mamma.
Più spesso di quanto pensiamo, nei primi giorni di vita del bambino la neomamma sperimenta uno stato emotivo di profonda tristezza e affaticamento, il cosiddetto maternity blues, o “sindrome del terzo giorno”.
È normale che in queste settimane iniziali una donna manifesti frequenti sbalzi d’umore e crisi di pianto. Ansia, dubbi e preoccupazioni insistenti possono riguardare la salute del bambino e la sua sopravvivenza nonché da timori e incertezze relative alle proprie capacità genitoriali.
La madre può avvertire insofferenza e risentimenti nei confronti del figlio, specialmente in situazioni frustranti, se non mangia o se si sveglia in continuazione.
In genere questi sentimenti vengono accolti male sia dalla madre che dal contesto in cui essa si muove e così, per adeguarsi alle aspettative di tutti, dissimula o maschera il suo vero stato d’animo.
La reazione dura pochi giorni e diminuisce spontaneamente ed è quindi fondamentale che la neomamma possa sentirsi libera di piangere e sfogare i suoi sentimenti, senza doverli reprimere o nascondere. L’appoggio della famiglia è essenziale.
Purtroppo alcune situazioni non si risolvono ma persistono nel tempo addirittura aggravandosi: è quella che viene chiamata “depressione post-partum”.
Le madri avvertono profondi sensi di inadeguatezza al punto da sentirsi inutili e vuote, fino a perdere, nei casi più gravi, la motivazione a vivere. I segnali più comuni sono dei sentimenti intensi di incompetenza, tristezza, vergogna, collera, con difficoltà nel sonno e calo dell’appetito. Alcune donne hanno la sensazione di non essere delle “brave madri”; altre percepiscono il loro bambino come difficile da gestire. Ciò le porta ad abbattersi e a sentirsi intrappolate, lontane dalla vita precedente alla nascita del neonato.
La depressione post-partum è una sindrome piuttosto rara, che non va confusa con i tipici stravolgimenti dell’umore che avvengono dopo il parto.
È importante non ricorrere all’autodiagnosi e non aver paura di chiedere consiglio ai propri medici di riferimento.
Oltre, ovviamente, alla famiglia.
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